GRAVIDANZA

La Gravidanza è la condizione in cui si trova la donna o la femmina di un mammifero dal momento della fecondazione sino al parto.
È precisamente il periodo necessario allo sviluppo completo del feto, dal concepimento al parto.
Nei mammiferi rappresenta lo stato fisiologico della femmina, in particolare della donna, che porta nel suo organismo uno o più ovuli fecondati in via di sviluppo.
La gravidanza rappresenta per ogni donna un evento assolutamente speciale, per questo motivo ci prendiamo a cuore uno dei periodi più importanti della vita umana.

Ambulatorio Gravidanza Centro Palmer di Reggio Emilia e Rubiera.

Consulenza gratuita per raccolta Cellule Staminali Cordonali

Le Cellule Staminali sono cellule “madri”, di cui non è ancora definita la funzione all’interno dell’organismo. Queste rimangono immature, finché non interviene uno stimolo che le induce a differenziarsi in cellule specializzate per adempiere ad una specifica funzione (diventare organi o tessuti). Le cellule staminali cordonali sono tra le migliori staminali prelevabili: sicure da prelevare, di elevata qualità, vitali, perfettamente compatibili con il proprio bambino. Le cellule cordonali hanno una compatibilità totale tra fratelli del 25% che decresce col diminuire del grado di parentela. Una famiglia oggi ha due alternative: donare il cordone ombelicale del proprio bambino a una banca pubblica mettendolo a disposizione della collettività; decidere di conservare il cordone ombelicale in una banca privata, in modo che questo rimanga a disposizione della propria famiglia. Prima di prendere una decisione è importante che la famiglia sia pienamente informata sulle differenze che esistono tra una decisione piuttosto che un’altra. In Italia è vietata l’istituzione di banche per tale conservazione presso strutture sanitarie private ma rimane in vigore la possibilità di esportare presso strutture estere campioni di sangue da cordone ombelicale per uso autologo (personale), per i soggetti interessati che ne fanno richiesta, se autorizzati dal Ministero.

Consiste nella raccolta dell’anamnesi personale e familiare della paziente gravida da parte del ginecologo ostetrico il quale successivamente compie una visita speculare e una visita bimanuale per l’esclusione di perdite ematiche, per la valutazione della lunghezza del collo dell’utero, della chiusura dell’orifizio uterino esterno e dello sviluppo del corpo uterino a seconda della settimana gestazionale nella quale la paziente viene visitata.

Il sistema NIPT Vanadis è l’esame prenatale non invasivo di ultima generazione sviluppato per consentire alle donne in gravidanza di valutare il rischio di trisomia nel feto. Grazie a una tecnologia rivoluzionaria, la soluzione NIPT Vanadis consente di ottenere risultati accurati in tempi più brevi e ha ricevuto il marchio CE-IVD per le sue prestazioni elevate e convalidate. Inoltre, il test è stato studiato in modo da ridurre la complessità e i costi associati agli esami prenatali non invasivi, affinché possano essere accessibili a un maggior numero di donne.

COME FUNZIONA IL NIPT?
Il DNA è la sostanza di cui sono fatti i nostri cromosomi e contiene le nostre informazioni genetiche. Sappiamo che durante la gravidanza alcuni frammenti del DNA del feto, che hanno origine nella placenta, sono rilasciati in circolo nel sangue materno. Analizzando il DNA placentare presente nel sangue materno, il test NIPT è in grado di quantificare il rischio che il feto sia affetto da patologie cromosomiche, come la sindrome di Down (trisomia 21). Tuttavia, in un numero ristretto di casi (meno di 1:100), il risultato del test può indicare un rischio elevato anche se il feto non presenta malattie genetiche. Pertanto, in seguito ad un risultato positivo al NIPT, un test invasivo potrebbe essere comunque raccomandato. 

QUANDO SI PUÒ ESEGUIRE IL TEST?
Il test NIPT può essere eseguito dalla 10a settimana di gestazione, per essere certi che nel campione di sangue materno sia presente una quantità di DNA fetale sufficiente per l’esecuzione dell’esame.

COME SI ESEGUE?
Il NIPT si esegue prelevando un semplice campione di sangue, dal braccio come in un normale esame del sangue, e si invia il campione ad un laboratorio per le analisi.

PER CHI È INDICATA LA SOLUZIONE NIPT VANADIS?
Il sistema NIPT Vanadis è indicato per lo screening di qualunque donna in gravidanza che desideri sapere se esiste il rischio che il suo bambino sia affetto da un’alterazione cromosomica, come la sindrome di Down. Per accertare l’idoneità della soluzione al proprio caso è necessario rivolgersi al proprio ginecologo curante.

QUALI PATOLOGIE È IN GRADO DI IDENTIFICARE?
– TRISOMIA 21 (SINDROME DI DOWN)
– TRISOMIA 18 (SINDOME DI EDWARDS)
– TRISOMIA 13 (SINDROME DI PATAU)
– DETERMINAZIONE DEL SESSO FETALE OPZIONALE

QUANTO TEMPO OCCORRE PER I RISULTATI?
GENERALMENTE I RISULTATI SONO DISPONIBILI ENTRO UNA SETTIMANA.

DOVE POSSO SOTTOPORMI AL TEST NIPT VANADIS?
AL CENTRO PRELIEVI DEL PALMER VIA GIAN BATTISTA ISACCHI 8
REGGIO EMILIA, TELEFONO 0522 792400, MAIL segreteria@centropalmer.it

Quando si esegue una Ecografia Morfologica ci si può trovare di fronte ad una malformazione a carico di un apparato che si sta studiando e occorre darne comunicazione alla coppia di genitori che sta guardando il proprio figlio in utero.
La diagnosi di malformazione congenita rappresenta un momento di crisi profonda per la coppia, che si ritrova improvvisamente senza punti di riferimento, in uno stato emotivo di panico, incredulità, disorientamento, disperazione, rabbia, paura e senso di colpa.
La proposta dell’ecografista di incontrare il chirurgo pediatrico, per il management del neonato alla nascita, viene solitamente accolta favorevolmente.
La coppia viene così seguita sino al momento del parto dando il via ad un piano di cura, concordato con i genitori, nel quale l’equipe, solitamente formata dal ginecologo, chirurgo pediatrico, neonatologo e psicologo, sancisce l’impegno e la disponibilità a fare il possibile per il futuro nascituro.

L’indice del liquido amniotico o AFI (dall’inglese amniotic fluid index) è un indice che si utilizza per la valutazione quantitativa del liquido amniotico nella cavità uterina. Si calcola sommando le quattro massime falde di liquido amniotico rilevate nei quattro quadranti in cui viene idealmente suddiviso l’utero. Sulla base della misurazione dell’AFI si possono identificare condizioni quali la carenza di liquido amniotico (oligoidramnios) o l’eccesso di liquido amniotico (polidramnios).

Può essere eseguita a partire dalla sesta-settima settimana fino alla tredicesima e permette, oltre che valutare il numero di embrioni presenti, la loro vitalità, la correttezza dell’impianto in utero, la corionicità e di stabilire in maniera accurata l’epoca della gravidanza correggendo, se necessario, la data presunta del parto stimata in base all’ultima mestruazione.

Tale ecografia si esegue intorno alla 16 settimana di gravidanza, viene definita ecografia Pre-morfologica e consente una precoce valutazione dell’anatomia fetale. La normalità dell’anatomia fetale, già a quest’epoca, riduce notevolmente il rischio di anomalia morfologica fetale. Al contrario, in presenza di una qualunque anomalia anatomica del feto, anche lieve, si dovrebbe offrire alla coppia la possibilità di una valutazione dei cromosomi fetali (amniocentesi) onde escludere problematiche più importanti che l’ecografia può non evidenziare.
L’esame va completato con l’esecuzione di un’ecografia morfologica a 20 settimane di I° o II° livello.

Il test combinato è un test di screening determinato dalla combinazione di una ecografia, che viene eseguita tra l’11^ e la 13^ settimana + 5 giorni che misura lo spessore della nuca fetale (translucenza nucale), e di un prelievo di sangue materno che viene eseguito precedentemente intorno alla 10^ settimana, che valuta il dosaggio di due ormoni (bi-test) prodotti dalla placenta (free beta-hCG e PAPP-A). Con tale test è possibile identificare il 95% di rischio di cromosomopatie quali la trisomia 21, la trisomia 18 e la trisomia 13. E’ possibile durante l’ecografia valutare dei markers aggiuntivi che rendono più accurato il calcolo del rischio: la visualizzazione dell’osso nasale, la valutazione del flusso a livello del dotto venoso e l’assenza di rigurgito ematico attraverso la valvola tricuspide.

Ecografia Morfologica I°-II° Livello (19 – 21 settimane) anche gemellare:
E’ un’ecografia che si esegue a 19-20 settimane di gravidanza e serve a studiare l’anatomia fetale per poter escludere il maggior numero possibile di malformazioni fetali.
Si suddivide in I° e II° livello:
– L’ecografia di I° livello è un’ecografia che si esegue di routine a tutte le gravide.
– L’ecografia di II° livello è, invece, un’ecografia dettagliata per la quale gli operatori sono Specialisti Ginecologi che nel corso della loro formazione professionale hanno acquisito un’esperienza specifica sulla fisiopatologia delle varie malformazioni fetali e sulla loro identificazione ecografica.

Le indicazioni più comuni all’esame di II° livello sono: sospetto o presenza di malformazioni, gravidanza multipla, diabete materno pre-concezionale, assunzione di farmaci teratogeni in gravidanza, aumento dell’alfa-fetoproteina sierica materna, infezione in gravidanza, pregresso figlio nato con malformazione o cromosomopatia, aumentato rischio alle indagini di screening nel primo trimestre. Lo studio del cuore fetale (ecocardiografia) viene eseguito nei casi di sospetta malformazione cardiaca e familiarità per malformazioni cardiache congenite. L’ecografia di II° livello è sempre accompagnata dallo studio della flussimetria Doppler materno-fetale che consiste nella valutazione delle arterie uterine materne e dell’arteria ombelicale per una precoce identificazione del rischio di gestosi o ritardo di crescita fetale.

Ecografia Morfologica III° trimestre (32 – 34 settimane) anche gemellare:
Tale ecografia viene eseguita tra la 32^ e la 34^ settimana, dà informazioni riguardo la crescita fetale, la presentazione fetale, l’esclusione di una sospetta placenta previa alle ecografie precedenti, la quantità del liquido amniotico e la lunghezza del canale cervicale.

Ecografia 3D con rilascio cd dell’esame:
Un’ Ecografia 3D, ovvero tridimensionale, è un’immagine ottenuta attraverso una particolare soluzione tecnologica la quale consente di visualizzare anche il volume dell’organo oggetto di indagine e non solo un “piano” come avviene nell’ecografia tradizionale a due dimensioni.
Nello specifico, l’ Ecografia Morfologica 3D permette di visualizzare in tre dimensioni il bambino nella pancia della mamma. È così possibile vederne il viso, le braccia, le mani, i piedi.

L’ecocardiografia fetale è un esame che permette la valutazione del cuore del feto attraverso la pancia materna, utilizzando onde sonore con una tecnica analoga a quella di una normale ecografia. Si può eseguire dalla 16.ma settimana fino al termine della gravidanza, è assolutamente non pericoloso e non doloroso sia per la mamma che per il feto. I migliori risultati per qualità e tempi operativi si ottengono tra la 20.ma e la 22.ma settimana.
L’esame permette di diagnosticare la presenza di cardiopatie congenite nel feto e di valutare la funzione cardiaca, che è indicatore del benessere fetale.

L’amniocentesi è una tecnica invasiva di diagnosi prenatale che consente di effettuare un prelievo di liquido amniotico dalla cavità uterina inserendo un ago sotto guida ecografica attraverso l’addome materno. Tale liquido contiene in sospensione alcune cellule fetali che, poste in un appropriato terreno di coltura, vengono fatte crescere in vitro e poi studiate nel loro assetto cromosomico o nel loro DNA.
L’esame del liquido amniotico, quindi, viene effettuato per esaminare il cariotipo fetale, al fine di evidenziare la presenza di eventuali anomalie cromosomiche, per la diagnosi di eventuali malattie genetiche ereditarie e per lo studio del tubo neurale fetale attraverso il dosaggio dell’alfa-feto-proteina. Un’altra possibile indicazione al prelievo del liquido amniotico più tardivamente (intorno alla 20^ settimana) è la ricerca diretta di agenti infettivi, quali tra i più comuni il citomegalovirus o il toxoplasma. Il periodo ideale per eseguire l’amniocentesi è tra la 16^ e la 18^ settimana, quando la cavità amniotica ha raggiunto dimensioni tali da non costituire un rischio per il feto. Il rischio di aborto connesso all’amniocentesi si aggira intorno allo 0.5 %.

Cos’è:
Il perlievo dei Villi Coriali (chorionic villus sampling, CVS) è una tecnica invasiva che permette di ottenere un campione di tessuto per la diagnosi prenatale, tramite l’aspirazione di una piccola quantità di villi coriali. Le cellule presenti nei villi coriali, che costituiscono il tessuto placentare allo stadio iniziale e che hanno la stessa origine embriologica del feto, una volta prelevate, vengono esaminate.

Quando è indicata:
Dalla 10a alla 12a settimana. Può essere eseguita anche in epoca più avanzata della gravidanza, in questo caso si parla di biopsia placentare. Permette di diagnosticare con certezza le anomalie cromosomiche del feto (sondrome di Down o trisomia 21), le più frequenti malattie genetiche (X-fragile, fibrosi cistica, sordità genetica, talassemia, distrofia muscolare di Duchenne, ecc…) nonchè di stabilire, su richiesta, la compatibilità genetica (test di paternità).

Rischio di aborto:
Recenti studi fanno ritenere che il rischio di aborto conseguente all’esecuzione della villocentesi si attesti intorno allo 0.5 – 1% e dipenda, come sottolinea l’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità), esclusivamente dall’esperienza e dall’abilità del medico.

La preeclampsia è una malattia che può presentarsi nelle donne incinte quando c’è un problema alla placenta (l’elemento che consente l’apporto di sangue dalla madre al bambino) e può provocare alla donna:
– ipertensione: pressione sanguigna alta
– proteinuria: presenza di proteine nelle urine
– edema: ritenzione di liquidi

Nel bambino la preeclampsia può causare problemi di crescita. La malattia generalmente si presenta durante la seconda metà della gravidanza (dalla ventesima settimana circa) o immediatamente dopo il parto. Viene diagnosticata solitamente dal medico durante le visite specialistiche. Nella maggior parte dei casi, i sintomi della preeclampsia sono monitorati con una regolare misurazione della pressione e test delle urine.

I test di screening per le cromosomopatie più frequenti (trisomia 21,13,18) sono: translucenza nucale + Bi-Test, Ricerca del DNA-fetale su sangue materno (TEST VANADIS).

L’esame Cardiotocografico, chiamato anche monitoraggio materno-fetale, è un esame non invasivo utile per valutare lo stato di salute del feto e la presenza o assenza di contrazioni uterine.

Il cardiotocografo è lo strumento usato per effettuare il monitoraggio materno-fetale; è dotato di due trasduddori (sonde) che si appoggiano sull’addome della donna.
Il primo è un trasduttore a ultrasuoni, come quella dell’ecografo, e serve, appunto, a rilevare il battito cardiaco fetale. L’operatore trova il punto ideale dove applicarlo in funzione della posizione del feto. L’apparecchio traduce le variazioni del battito in un grafico, che viene stampato su apposita carta termica.
Il secondo trasduttore serve invece a misurare intensità e frequenza delle contrazioni uterine. Si applica in corrispondenza del fondo dell’utero e viene fissata con una fascia aderente al pancione. Il sensore registra le variazioni di pressione della parete addominale dovute alle contrazioni. Anche questi dati vengono tradotti in un grafico stampato dalla macchina sulla stessa carta termica. L’indicazione del benessere del feto deriva dall’osservazione nel tempo (circa 30 minuti) delle variazioni della sua frequenza cardiaca. Se il feto è in uno stato di benessere, il suo battito è variabile nel corso del tracciato. In contemporanea vi è la possibilità di studiare le contrazioni uterine e valutare le variazioni del battico cardiaco fetale in relazione alle contrazioni uternine stesse. Durante la misurazione la futura mamma deve rimanere ferma, seduta su una poltrona o distesa sul letto.

La cardiotocografia può essere effettuata a partire dalla 28-30esima settimana di gravidanza. Ogni sessione di monitoraggio ha una durata minima di mezz’ora: il tempo necessario per valutare le variazioni del battito del feto e per cogliere qualche sporadica contrazione. È possibile che in questo lasso di tempo il feto dorma e la sua frequenza risulti più costante rispetto allo stato di veglia. In questi casi si attende qualche minuto che il feto si svegli, oppure si tenta di risvegliarlo con un delicato massaggio o somministrando alla donna una bevanda zuccherata.

Da oggi si può effettuare questo esame al Centro Palmer. Telefonando al numero 0522/792400 è possibile prendere un appuntamento per eseguire il monitoraggio materno-fetale. Il costo dell’esame è di 20,00€.

Centro Palmer. Abbiamo a cuore la tua salute e quella del tuo bambino.

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