DERMATOLOGIA

La Dermatologia è la branca della medicina che si occupa della pelle e dei tessuti connessi (peli e capelli, unghie, ghiandole sudorifere ecc…).

La pelle costituisce l’organo più esteso del corpo e ovviamente il più visibile. Sebbene alcune malattie dermatologiche riguardino esclusivamente la pelle, molte altre sono la manifestazione di un disturbo sistemico, ovvero che interessa diversi tessuti o organi del corpo.

Ambulatorio Dermatologia Centro Palmer di Reggio Emilia e Rubiera.

Una visita medica accurata è il punto di partenza fondamentale per poter formulare una diagnosi e programmare un percorso terapeutico mirato.
Durante la prima visita dermatologica il medico raccoglie le informazioni inerenti la patologia presentata dal paziente passando poi alla visita vera e propria.

Le modificazioni, anche minime, di un nevo possono essere il segnale dell’insorgenza del melanoma.
La videomicroscopia è una tecnologia avanzata per la diagnosi precoce del melanoma e consente di visualizzare e memorizzare elettronicamente l’aspetto clinico e microscopico dei nevi.
Grazie ad una telecamera collegata ad un computer le foto cliniche e le immagini microscopiche a diversi ingrandimenti dei nevi vengono riportate su un monitor.

Con uno specifico software è possibile creare cartelle cliniche per ogni paziente nelle quali vengono registrate le foto cliniche dei vari distretti corporei (“mappe”) e le immagini dermatoscopiche delle singole lesioni pigmentate.

Di ogni nevo degno di attenzione viene memorizzata l’immagine dermatoscopica che potrà essere confrontata con altre immagini della stessa lesione, raccolte nei controlli successivi, in modo da poterne diagnosticare ogni minima variazione.

Solo la diagnosi precoce di melanoma consente alte percentuali di guarigione.

In regime ambulatoriale è possibile eseguire asportazione di neoformazioni cutanee benigne e maligne come ad esempio nevi, verruche, molluschi contagiosi, cisti, cheratosi e altro ancora sia con interventi di minichirurgia che tramite tecniche laser.

Il Laser CO2 è il sistema laser più versatile e utilizzato in dermatologia

Campi di applicazione:
– cheratosi seborroiche
– cheratosi attiniche
– adenomi sebacei
– condilomi acuminati
– verruche volgari
– verruche filiformi
– fibropapillomi penduli
– grani di milio
– neuro fibromi
– nevi epidermici e sebacei
– siringomi
– xantelasmi

Come funziona:
Il laser CO2 emette una radiazione nell’ambito dell’infrarosso, invisibile agli occhi, di 10.600 nm, che viene assorbita dall’acqua intracellulare ed extracellulare e quindi dai tessuti.
L’energia assorbita viene trasformata in calore che porta ad ebollizione l’acqua con passaggio dallo stato liquido a quello gassoso. Si ha così l’esplosione delle cellule per la produzione di vapore al loro interno.
Dei detriti cellulari, una parte viene carbonizzata e resta in loco (carbone cellulare), l’altra raggiunge temperature altissime (oltre i 100°C) passando allo stato gassoso con conseguente formazioni di fumi. Tale processo avviene rapidamente creando un minimo danno termico per diffusione ai tessuti sani adiacenti e una decontaminazione dell’area operatoria che riduce enormemente il rischio infettivo.
Può essere utilizzato con effetti di taglio, vaporizzazione, coagulazione e di biostimolazione.
La luce laser CO2 può essere emessa in modo continuo, pulsato, super-pulsato ed ultra pulsato.
Le ultime due modalità di emissione garantiscono impulsi di energia maggiore in minor tempo, così da migliorare ulteriormente la compliance del trattamento.

Questa innovativa tecnica laser ablativa dermatologica, che ha portato risultati di grande rilevanza clinica e di grande soddisfazione per il paziente, rappresenta oggi, il gold standard per il ringiovanimento cutaneo. Già dopo la prima seduta si può osservare un miglioramento del tono, luminosità, compattezza della pelle ed una riduzione delle rughe sottili. Ottimi risultati sono stati ottenuti inoltre su cicatrici post acne, smagliature e cicatrici ipertrofiche (cheloidi).

Come funziona:
il laser frazionato utilizza una sorgente co2 mediante impulsi puntiformi di breve durata (DOT MODE) e producendo zone di microcoagulazione a livello dermico, responsabili di una futura riorganizzazione tessutale

Questi microspot di breve durata, provocano una immediata contrazione del collagene (shrinkage) con conseguente tensione del tessuto (skin tightening) e stimolano i fibroblasti a produrre nuovo tessuto collagene (neocollagenesi) nei successivi 30-60 giorni al trattamento.

Il trattamento può essere ripetuto a circa 60 giorni dal precedente, il numero delle sedute è variabile a seconda della patologia.

La riparazione tessutale avviene in circa 5 gg, mentre un eritema può persistere fino a 10 gg dal trattamento.

Prima di sottoporsi a questa che è una metodica medica, è importante eseguire una valutazione clinico strumentale da parte del dermatologo che consiglierà cure e trattamenti post-operatori e gestirà il follow up durante il periodo di trattamento.

I laser possono essere impiegati in un gran numero di patologie a componente vascolare quali: angiomi e teleangectasie.

Come funziona:
la sorgente laser utilizzata in queste patologie è il Nd Yag 1064, il quale, riconosce come target l’emoglobina contenuta nelle strutture vascolari.

La sede, il diametro e lo spessore dei vasi costituiscono il più importante elemento che deve essere analizzato dallo specialista dermatologo per la scelta della sorgente da impiegare.
Il principio di base è la foto-termolisi selettiva dovuta ad un assorbimento della ossiemoglobina presente nei globuli rossi. Il vantaggio di questo laser consta nel danneggiamento minimo delle cellule endoteliali e dei tessuti circostanti.

Durata dei trattamenti:
per trattare le teleangectasie del viso o i piccoli angiomi sono necessarie da 1 a 3 sedute.

Possono, invece, essere necessari più trattamenti per la terapia delle teleangectasie degli arti inferiori, soprattutto quando molto estese.
Normalmente i trattamenti vanno distanziati di 30/40 giorni l’uno dall’altro per permettere alla cute di guarire completamente ed ai vasi trattati di stabilizzarsi.

Da ricordare:
La lunghezza d’onda dei laser utilizzati per angiomi e teleangectasie può interferire con la melanina della nostra cute, per questo si sconsiglia di non iniziare i trattamenti quando si è abbronzati.

L’interferenza laser-melanina può causare la rimozione dell’abbronzatura sulle aree trattate, con conseguente formazione di antiestetici esiti ipopigmentati e, nei soggetti con pelli reattive, la comparsa di esiti iperpigmentati
Queste alterazione della pigmentazione sono generalmente transitorie e nella maggior parte dei casi, si risolvono in circa 2-3 mesi senza l’utilizzo di trattamenti specifici
L’interferenza laser-melanina, però, può portare  ad un surriscaldamento della cute a tal punto da dare luogo a delle vere e proprie scottature, che comunque non lasciano esiti cicatriziali.
Per tale motivo è severamente controindicata l’esposizione al sole o alle lampade UV prima, durante e dopo i trattamenti laser.

Da sempre uno degli aspetti più evidenti ed antiestetici del fotoinvecchiamento cutaneo è rappresentato dalle macchie della pelle, quali:
-lentigo senili
-lentigo solari
-melasma

Tali inestetismi sono provocati da una distribuzione non uniforme di melanina.
È possibile rimuovere i segni del fotoinvecchiamento senza dolore.

Come funziona:
Il laser utilizzato in questo caso è il 532 q-swhiched per le lesioni più superficiali (epidermiche) ed il 1064 q-swhiched per le lesioni più profonde (dermiche). Il laser q-swhiched, emettendo notevoli quantità di energia in milionesime parti al secondo, attraverso un processo di “fototermolisi selettiva”, converte la luce in energia termica determinando la lisi di un tessuto bersaglio. I pigmenti colpiti si frantumano per effetto fotomeccanico e i granuli di pigmento di piccolissime dimensioni che ne derivano sono eliminati per espulsione diretta dalla cute o per fagocitosi da parte di cellule chiamate macrofagi.
La brevissima durata dell’ impulso permette di confinare il danno termico ai soli obiettivi senza che questo si diffonda ai tessuti circostanti.
Nello specifico, durante il trattamento assistiamo ad un effetto ottico definito “pop corn” ( sbiancamento) che dura circa 10 minuti ed un successivo edema purpurico. L’edema si riassorbe nelle 24-48 ore seguenti il trattamento, l’effetto purpurico decresce progressivamente nei 15 gg lasciando poi un alone post-infiammatorio che tenderà alla regressione e alla restituzione ad integrim del tessuto trattato.
Per le lesioni epidermiche di solito sono sufficienti 1-2 sedute, per le lesioni pigmentate più profonde e quindi dermiche, sono necessarie sessioni multiple a distanza di 4-8 settimane l’una dall’altra.
È essenziale evitare l’esposizione solare prima e dopo il trattamento e utilizzare schermi solari.

La migliore e più innovativa tecnica per rimuovere i tatuaggi è quella mediante la laser terapia ed in particolare il laser Nd Yag 1064 Qsw.

Come funziona:
Questo laser, grazie ad un effetto “foto-acustico”,  emettendo potenze energetiche elevate e di breve durata, è in grado di frammentare il pigmento a livello dermico. Le particelle frammentate sono in seguito digerite da meccanismi fisiologici di fagocitosi macrofagica ed eliminato dal sistema linfatico.

Subito dopo il trattamento laser si ha la formazione di edema e piccole croste, che non devono essere rimosse, bensì medicate con medicamenti antibiotici locali al fine di evitare esiti ipertrofici.
Questa tecnica, riconosciuta oggi come la migliore e la più efficace, è in grado di evitare  alcuni effetti collaterali quali ad esempio la formazione di cicatrici ipetrofiche ed infezioni che invece erano frequenti con altre tecniche in uso prima dell’avvento del laser, quali la dermoabrasione, l’asportazione chirurgica, e l’ utilizzo di peeling chimici.

Sedute necessarie:
Il numero delle sedute è variabile a seconda del tipo , della sede, della profondità, della densità e dell’età del tatuaggio.
Le sedute devono essere eseguite a distanza di circa  4 settimane l’una dall’altra per dare il tempo a questi meccanismi fisiologici di digerire il pigmento e stabilizzare la cute.
Nella maggior parte dei casi, si assiste alla scomparsa della pigmentazione, altre volte invece si assiste ad un alterazione della trama epidermica, che si presenta come una velatura del tatuaggio stesso. Questa variabilità nel risultato è imputabile alla diversità e alle differenti caratteristiche del pigmento tatuato.
Nonostante questo laser sia selettivo sul pigmento da trattare, a volte, si può registrare una iperpigmentazione o una ipopigmentazione transitoria.
È importante evitare esposizione solare durante il periodo di terapia.

La rosacea é una comune affezione cronica del viso che si manifesta con eritema e teleangectasie, associati a ricorrenti episodi infiammatori caratterizzati da edema, papale e pustole.
Nelle fasi tardive si può verificare una ipertrofia connettivo- sebacea con possibile deformazione delle regioni colpite (rinofima). Il paziente giunge alla visita specialistica spinto dal pregiudizio estetico e da quello sociale tradizionale, che interpreta con eccessiva facilita’ alla “faccia rubiconda” come stigmate dell’etilismo cronico.
La causa di tale quadro clinico può essere ricercata in alterazioni vascolari, sbalzi di temperatura, esposizioni solari e componenti infettive (demodex follicolorum).
La terapia più efficace ed innovativa
della rosacea, soprattutto nella forma pre-rosacea e vascolare, è rappresentata dalla LUCE PULSATA (IPL: intensed pulsed light).
Allo stato attuale non esistono trattamenti topici (creme) in gradi di andare a chiudere i vasi sanguigni.

Come funziona:
Grazie all’emissione di uno spettro di luce in una gamma di onde modificabili con l’uso di filtri ad impulsi ed intervalli anch’essi modificabili a seconda del bersaglio da colpire, si riesce ad ottenere il massimo riscaldamento del bersaglio e ridurre l’innalzamento della temperatura nel tessuto circostante

Quindi, attraverso un processo di fototermolisi selettiva si può determinare una coartazione delle teleangectasie con conseguente notevole riduzione del rossore
Normalmente sono necessari 3-4 trattamenti a distanza di 30 gg l’uno dall’altro per permettere ai vasi trattati di stabilizzarsi.
È essenziale evitare l’esposizione solare prima e dopo il trattamento.

Il punto cardine dell’epilazione laser è la fototermolisi selettiva, secondo cui un raggio di luce emessa dal laser a lunghezza d’onda peculiare, penetra fino nel derma, raggiungendo il bulbo pilifero, che viene così fotocoagulato.
La trasformazione della luce emessa dal laser in calore avviene nel derma profondo grazie all’assorbimento della stessa da parte della melanina bulbare. Tale conversione comporta una necrosi termica del bulbo ed una conseguente definitiva caduta del pelo.
L’effetto massimo si ottiene quando il bulbo è in fase di crescita, poiché è in questo momento che è maggiormente ricco di melanina.
La sorgente più efficace per ottenere una fototermolisi bulbare si ottiene con il LASER ALESSANDRITE che utilizza una lunghezza d’onda di 755nm. Essa è in grado di trattare anche i peli più sottili e chiari
L’efficacia sta nella durata del risultato ottenuto: i bulbi piliferi fotocoagulati non riescono più a rigenerarsi.
L’utilizzo del laser, opportunamente gestito dal dermatologo, non comporta alcuna alterazione delle regioni circostanti al bulbo pilifero.
Il numero dei trattamenti necessari è variabile a seconda della zona trattata e del tipo di pelo.
Ciò comporta la necessità di ripetere i trattamenti con intervalli di tempo che vanno dalle 4 alle 8 settimane.

Il peeling chimico è un trattamento che stimola l’esfoliazione e il ricambio della pelle.

Esso agisce attraverso diversi meccanismi d’azione:
– la stimolazione della rigenerazione cellulare (turnover), rimuovendo ed esfoliando le cellule morte dello strato corneo, provocando una vera e propria accelerazione del ricambio cellulare
– l’eliminazione delle cellule della pelle danneggiate, che vengono sostituite da cellule epidermiche naturali
– la produzione di un’infiammazione che attiva la produzione di collagene ed elastina da parte dei fibroblasti

Il risultato finale è quello di aver eliminato gli strati più superficiali dell’epidermide.
Tali trattamenti trovano notevole utilizzo nell’acne papulo-pustolosa e comedonica.

Con il progredire dell’età, la pelle viene lentamente privata di un componente essenziale per la sua elasticità e tensione: l’acido ialuronico. Il tessuto cutaneo appare quindi raggrinzito, con rughe visibili anche profonde, che appaiono come una depressione della superficie dell’epidermide. Il filler consente il riempimento della ruga o della zona depressa in modo efficace e con un effetto naturale. Le iniezioni si effettuano con materiali a densità variabile a seconda della profondità della ruga e della sua localizzazione.
La seduta di infiltrazione non prevede incisioni ed è ambulatoriale. Dopo l’iniezione di acido ialuronico, la zona apparirà immediatamente corretta.
I filler sono il mezzo ideale per ottenere un viso liscio e delle armoniche curve naturali.

La tossina botulinica di tipo A è un farmaco utilizzato da molto tempo in medicina.
Il suo utilizzo è autorizzato per la correzione delle rughe glabellari e perioculari
 in pazienti entro i 65 anni di età. Il farmaco contiene una neurotossina termolabile il cui meccanismo di azione è bloccare, una volta penetrata nel muscolo, il rilascio dell’acetilcolina. L’acetilcolina è una sostanza naturalmente prodotta dal nostro organismo, che regola la contrattiltà del muscolo, trasmettendogli gli stimoli inviati dal sistema nervoso. In sua assenza, per effetto del rilassamento muscolare, le cosiddette “rughe di espressione” dell’area trattata si distendono.

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